Reseña de Las tumbas de Enrique Medina (Catalpa) y Las tumbas: guion cinematográfico de Enrique Medina (Muerde Muertos). Por Diego Kenis (diegojkenis@gmail.com) para Le Monde Diplomatique (Italia).
È passato mezzo secolo, ma la sua originalità persiste, inalterabile. Era il 1972 quando Enrique Medina pubblicò Las tumbas, il suo battesimo in libreria. Medina aveva 35 anni e bastò la prima delle tante edizioni di quell’opera a mostrare un punto di rottura nella narrativa argentina. Las tumbas (Le tombe) è il modo colloquiale con cui in Argentina sono chiamati i riformatori, istituti dove venivano depositati minori in conflitto con la legge, ma anche orfani e quelli più poveri tra i poveri. Medina ha trascorso la sua infanzia in uno di quegli stabilimenti, ma Las tumbas è molto più di un racconto autobiografico: il suo autore intendeva scrivere un saggio, e ha finito per creare una narrazione in prima persona, dove a parlare sono i personaggi e non il linguaggio pulito e prolisso del narratoretestimone. Rodolfo Walsh, uno dei suoi primi promotori più entusiasti, ha subito evidenziato che quel vocabolario di strada diventava pura precisione per ricreare situazioni non riconducibili a una narrazione borghese. Cinque decenni dopo, Las tumbas conserva il suo potere e colpisce, nelle letture o riletture, occhi non abituati alla sua cruda narrativa. L’opera è stata il punto di partenza della singolare carriera di Medina, i cui libri sono stati tradotti in diverse lingue, portati al cinema ea teatro e censurati dalla dittatura argentina. Nei mesi scorsi, il 50° anniversario della pubblicazione de Las tumbas è stato ricordato con articoli di giornale e interviste al suo autore, mentre in libreria sono sbarcate due proposte celebrative: una ristampa speciale per la casa editrice Catalpa e, per la prima volta, la presentazione di un adattamento del romanzo alla sceneggiatura di un film, in questo caso dell’editoriale Muerde Muertos. Questa Diploteca ha già parlato della versione originale. La pubblicazione della sceneggiatura del film offre, invece, diverse singolarità degne di menzione e analisi. Un primo elemento da considerare è che si tratta di un adattamento preparato dall’autore del libro originale, a differenza di un film uscito nel 1991 e basato su una versione liberamente adattata dal regista Javier Torre. Per questo lavoro, Medina non si è affidato solo alla sua competenza di scrittore, ma anche alla sua esperienza giovanile come cameraman televisivo. Una seconda particolarità è la modalità di presentarlo, in assoluta fedeltà: questa edizione di Muerde Muertos riproduce i facsimili della sceneggiatura scritta da Medina a macchina, con le annotazioni, le estensioni e le modifiche che lo stesso autore ha inserito. In terzo luogo, quando Medina scrisse questa versione cinematografica, aveva appena trasformato il suo romanzo Perros de la noche in un film, la cui versione in celluloide era stata diretta da Teo Kofman. La sceneggiatura da lui ideata per Las tumbas si inscrive nella stessa linea narrativa, di realismo popolare, poi esplorata da tutta una corrente di autori e registi argentini neglia anni ’80 e ‘90. Infine, un dettaglio cruciale: il film a cui si riferiva questa sceneggiatura non è mai stato girato. Questa circostanza significa che la cinematografia ha perso un’opera, ma i lettori di questa edizione hanno guadagnato un’opportunità: quella di ricostruire mentalmente, sulla base della capacità narrativa di Medina, il proprio film su un classico della letteratura che ha appena compiuto i suoi primi cinquant’anni.